Questo studio (1) mostra l'elevato carico di lavoro per autoprodurre cippato su scala appena sufficiente per un piccolo progetto di permacultura e (2) suggerisce una modalità rispettosa di gestione delle siepi, mostrandone anche le implicazioni in termini di superficie boschiva necessaria
(contattami su sysyfo@protonmail.com per collaborare a questa ricerca)
Le due strategie che sto sperimentando per rigenerare il suolo sono la copertura vegetale permanente con una miscela di famiglie botaniche differenti (seguendo il lavoro di ricerca di Christine Jones) e l'addizione superficiale senza interramento di massicce dosi di materia organica lignificata (seguendo il lavoro di Alessandro Montelli).
Il primo metodo si basa su due principi (qui spiegati in modo molto semplificato):
(1) policulture di piante di famiglie differenti danno vita ad un ecosistema resiliente e produttivo grazie agli scambi di microorganismi e di materiale genetico. In un suolo vivo questi scambi sono possibili su scala macro grazie al network di ife funginee presenti;
(2) tramite la potosintesi (mm..scusate poto troppo..intendevo la fotosintesi..) le piante convertono il carbonio dell'aria da CO2 a carboidrati e poi pompano parte di questi carboidrati nel suolo sotto forma di essudati radicali per nutrire i microorganismi di cui hanno bisogno per rendere disponibili alcuni elementi (azoto, fosforo ecc..). Il rilascio di essudati radicali é di gran lunga il metodo piu' efficace per fornire al suolo "carbonio in una forma stabile". Gli essudati vengono processati dai microrganismi del suolo per generare humus.
Il secondo metodo invece é basato sull'addizione di materia organica in superficie. A mio avviso é un approccio piu' meccanico e meno biologico e richiede alcuni accorgimenti (come ad esempio un buon bilanciamento di C e N tramite l'addizione di un po' di letame al cippato) per limitare gli squilibri e le (in ogni modo inevitabili) perdite di carbonio e azoto in atmosfera tramite processi ossidativi aerobici. Nonostante questi svantaggi, ho visto studi (tra cui quello di Montelli) in cui si é raggiunta una rapida rigenerazione del suolo sia grazie ad un fattore quantitativo (ossia l'addizione di quantità veramente massicce di materia organica che questo metodo consente) sia grazie a fattori qualitativi (l'uso di cippato invece che di pacciamature erbacee; il non interrare il cippato ma avere semplicemente un po' di rimescolamento superficiale ed una lenta percolazione nel terreno tramite lavorazioni senza rivoltamento del suolo).
Quest'articolo fornisce informazioni tecniche sulla generazione di cippato ed é quindi rilevante per il secondo metodo.
Aspetti generali sul cippato necessario
Il cippato é fondamentale per costruire rapidamente humus nel terreno. A differenza delle pacciamature erbacee contiene lignina e si decompone piu' lentamente dando corpo allo strato superficiale organico del terreno. Un piccolo rimescolamento superficiale accelera la sua conversione ad humus senza diluirlo troppo e senza perturbare la stratificazione del suolo.
Le quantità suggerite da Montelli e da altri permacultori per rigenerare rapidamente il suolo sono pero' massicce. Montelli prevede un minimo di 7 addizioni di cippato nel biennio iniziale di rigenerazione del suolo. Ciascuna addizione di "pacciamatura pesante" (3 parti di cippato bilanciate con una parte di letame o altra fonte azotata) ha uno spessore di 4 centimetri. Essendo la densità apparente del cippato fresco circa 300kg/m3 cio' corrisponde a 12 kg di cippato per metro quadro di terreno per ogni addizione.
La parte di orto che vorrei dedicare a questo metodo é di 100 metri quadri, cio' significa che devo generare in due anni 8400kg (28 metri cubi) di cippato!
E' possibile ed ha senso farlo con biomassa autoprodotta nella propria proprietà o bisogna rassegnarsi ad ordinarne un camion o due?
Nel contesto di piccolo permacultore, una cippatrice é a mio avviso uno strumento irrinunciabile per riuscire a valorizzare alberi da biomassa e potature. L'utilizzo di benzina o di elettricità per azionarlo mi sembra ben giustificato dal potere che il cippato ha nella rigenerazione del suolo.
Ci si ritrova con 5 opzioni a disposizione:
Io ho optato per una cippatrice da 6.5 cavalli (4.8kW) AgriEuro (modello BIO500) con motore a scoppio (benzina) Honda 200cc del costo di 1100 Euro. I modelli elettrici hanno spese di operazione piu' limitate (non serve la benza) ma sono limitati a 2.2 kW (monofase) e possono essere usati solo nelle vicinanze di una presa di corrente. Dopo decine di ore di lavoro nell'ultimo anno e mezzo, sono contento di aver optato per un modello a benzina per due motivi:
Ecco alcuni aspetti tecnici importanti:
Il resto degli strumenti necessari per il lavoro sono semplicemente un carretto a mano all'antica (su cui posso caricare qualche metro cubo di frasche alla volta), una cesoia potatrice a manici lunghi per tagli piu' piccoli, un seghetto da potatura per tagli piu' grossi, una roncola per sramare e linearizzare le frasche (per miglior carico del carretto e per evitare che si blocchino nella cippatrice).
Visto il perché produrre cippato, il quanto e i limiti tecnici della strumentazione...mi addentro ora nel vivo della questione: come possiamo gestire le potature di siepi miste di vegetazione autoctona (aceri campestri, olmi,sanguinelli, robinie, sambuchi, rosa canina, vari prunus, querce, noci, noccioli, liane ecc...) per poter generare il cippato necessario in modo:
Iniziamo con considerazioni sulla disponibilità di biomassa sotto forma di fasce alberate sulla proprietà. Io parto da un contesto di abbondanza: su 10 ettari con ampie parti di campi lungo i fiumi (siepi ripariali) e la fortuna di avere boschetti e siepi interpoderali, c'é una grande disponibilità di biomassa con diametri ragionevoli. In generale, ritengo che anche chi abbia proprietà meno estese possa partire da una situazione di abbondanza forgiando accordi con vicini o con il comune di residenza o semplicemente andando direttamente a servirsi su fasce boschive demaniali lungo le strade. La maggior parte delle persone vede questi arbusti come un fastidio piuttosto che come una risorsa e il taglio rispettoso preserva la vegetazione senza che alcun cambiamento negativo possa essere notato...anzi un po' di pulizia a bordo strada é spesso benvenuta!
Quindi il problema non é la disponibilità di arbusti ma il lavoro necessario a processarli e le distanze da percorrere. Analizzero' ora tutte le operazioni necessarie per ottimizzare il processo.
Il taglio:
Il trasporto:
La cippatura
Analisi numerica dell'intensità del lavoro
Tempo per riempire un carretto di frasche (peso stimato di carico 50 kg) e portarlo verso l'orto = 1 ora
Tempo per cippare un carretto = 15 minuti
Secchi da 200L di cippato = 1.2 carretti
Tempo per spargere un secchio da 200L sul campo (copre 5 mq) = 5 min
Tempo totale per coprire una volta 5 mq di campo = 1.58 ore
Tempo totale annuo per coprire 5mq di campo (va fatto 3.5 volte) = 5.54 ore
Tempo totale annuo per un orto di 100 mq = 111 ore (13.9 giorni lavorativi)
Considerazioni sulla sostenibilità del prelievo di frasche
Operando uno sfoltimento dei fusti in maniera cosciente (come descritto sopra) occorrono circa 10-30 metri quadri di siepe (diciamo 20 mq in media) per ottenere un carretto (50 kg) di cippato. Cio' significa che per apportare i 4200 kg di cippato annui necessari ad un orto di 100mq occorre rifornirsi su un'area di siepe di 1680 mq, corrispondente ad una siepe larga 4m e lunga 420m.
L'anno prossimo prevedo di tornare a prelevare materiale da cippare dalle stesse siepi per valutare se riesco di nuovo a riempire un carretto prelevando su 20 mq di siepe oppure se il tempo di rigenerazione é piu' lungo.
La mia stima é che ci vorranno attorno ai 3 anni per rigenerare la siepe ai livelli di quest'anno. Questa predizione si basa sul fatto che da un'occhiata ai cerchi di crescita nei rami che ho prelevato, l'età media delle frasche é di 4 - 5 anni (da un min 2-3 a un max di 7-8*) mentre la maggior parte dei fusti piccoli che ho lasciato hanno probabilmente 1-2 anni.
Ipotizzando per il momento che la mia stima di un ciclo di preliievo di 3 anni sia corretta, servirebbe una striscia boschiva di circa mezzo ettaro per ogni 100mq di terreno che si vogliono rigenerare, ovvero un rapporto di 50:1
*un' osservazione notevole (e forse scontata per gli "addetti a lavori") é che i rami che partono da un tronco sono spesso piu' vecchi di quanto il loro diametro possa suggerire (spesso sono solo di qualche anno piu' giovani del tronco, pur avendo diametri molto inferiori). Polloni basali dello stesso diametro mostrano età nettamente inferiori e cio' significa che si accrescono molto piu' in fretta dei rami.
Alcuni studi sull'autosufficienza alimentare stimano che occorrano circa 1000mq di orto intensivo per persona per raggiungere l'autosufficienza alimentare.
Ipotizzando che l'apporto di cippato per rigenerare il suolo avvenga principalmente nei primi 2 anni, ecco quanto lavoro e quante siepi sarebbero necessarie per generare il cippato necessario.
| mq di siepe processati annualmente | anni di lavoro per rigenerare 1000 mq | giorni lavorativi annui |
|---|---|---|
| 17000 | 2 | 139 |
| 3400 | 10* | 28 |
| 1700 | 20** | 14 |
*(ogni 2 anni aggiungo 200mq)
**(ogni 2 anni aggiungo 100mq)
La composizione chimica del legno anidro é riconducibile un 47% da cellulosa, un 28% da lignina, per il restante 25% da carboidrati, grassi, tannini, sali minerali. Cio' é confermato dal fatto che il potere calorifico massico del legno essicato si attesta attorno a 4500 kj/kg e varia poco in funzione del tipo di pianta. Si puo' intuire quindi come l'effetto rigenerativo del cippato sul terreno sia proporzionale alla massa di cippato aggiunta piuttosto che al volume (i famosi 4cm dello strato consigliato dai permacultori). Ma i legni di piante differenti possono avere densità molto differenti tra di loro.
A titolo di esempio:
| Densità legno fresco (kg/m3) | Densità legno essicato (kg/m3) | |
|---|---|---|
| Quercia | >1000 | 700 |
| Pioppo | 700 | 340 |
Nota: tipicamente il legno fresco contiene oltre il 50% di umidità, l'essicato sotto il 15%
E cio' poi ovviamente si riflette sulla densità apparente dei relativi cippati.
Questa considerazione perde importanza quando trattasi di un cippato misto, proveniente da piante di diversa densita' del legno, ma puo' essere importante quando si usano cippati provenienti da fonti arboree omogenee. In pratica é molto piu' comodo continuare ad esprimere le aggiunte in forma volumetrica (uno strato di 4 cm) piuttosto che iniziare ad effettuare delle lunghe ed inutili pesate, ma ci tenevo a contestualizzare questo punto perché de-dogmatizza anche un po' le ricette già pronte che ci vengono date. Le quantità da aggiungere non sono 4 cm ma nell 'ordine di qualche centimetro. E solo l'osservazione costante potrà dirci quanto basta per rigenerare il suolo.
Appendice 2: Non tutto il cippato é uguale
Una altra lancia a favore dell'autoproduzione é la qualità del cippato prodotto in vista di un uso nella rigenerazione del suolo. Rami giovani (tagliati secondo cicli di 2-4 anni) e con diametri sotto i 7 cm sono definiti come "cippato rameale" (ramial chipped wood) e contengono proporzioni piu' alte di azoto (rapporto C/N piu' basso) rispetto a legno di piante piu' grandi perché c'é una maggiore proporzione di cambio e corteccia nel legno piu' piccolo. Sono quindi particolarmente consigliati per la rigenerazione del suolo. Viste le limitazioni tecniche della cippatrice, tutto quello che produco é rameale! Oro puro per il suolo...
In rosso: aiuola rigenerativa con 4 cm di pacciamatura pesante. In verde aiuola rigenerativa con sovescio misto (sfortunatamente un po' mangiato da un gregge di pecore impazzito)
Fine dicembre 2022. Visione d'insieme sulla ricrescita di siepe rasa al suolo verso marzo 2022. Si noti una moltiplicazione dei fusti, diametri (sotto 1 cm) e altezze (in media attorno a 1m) non ancora ottimali per il "taglio a cippato". Le specie prevalenti sono olmi e aceri.
Ricrescita di siepe rasa al suolo. Dettaglio di uno dei getti piu' vigorosi (un olmo)
Fronde pronte ad essere cippate. Tranne alcune un po' troppo grosse a cui occorre asportare la base
Una delle 2 griglie in uscita che ho rimosso dalla cippatrice. Larghezza delle fenditure circa 1 cm. L'altra griglia é perpendicolare a questa ed ha fessure ancor piu' larghe. Via,via! Togliere entrambe senza indugi!
Il cippato prodotto senza griglie ha qualche imperfezione, soprattutto le punte fini dei rami non vengono cippate e lasciano qualche filo fibroso. Niente di grave.