Si riparte?

Si riparte?

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Cumpanero de vida,

in una giornata finalmente uggiosa, ho trovato il tempo mentale di fermarmi, inalare aria fresca e riprendere in mano una tastiera per... scrivere,cazzo! Riflettere, cristallizzare, capire. Essere.

Piazzato in faccia alla vista mozzafiato di un salice piangente, con il battere della pioggerellina alternato a schiarite in cui il canto degli uccellini torna a riempire l'aria... cerco un' ispirazione che si fa corteggiare.

A tratti la quiete é interrotta dagli annunci scomposti di qualche gallina ovaiola o dal canto nuziale di un colombaccio amoreggiante....e voilà che i miei pensieri arrugginiti si dissolvono.

Finalmente sbircio in un vecchio diario ed una pagina di note confuse colpisce la mia attenzione.

"Note su un treno estivo verso il centritalia" é una lista di punti scribacchiati su pezzetti di carta che a malapena si tengono insieme. Disperato decido di aggrapparmicisi. Partire da li' per uscire dal buio creativo assoluto, cercando almeno di unire questi puntini, non affatto numerati, senza garanzia che appaia un disegnino.

Ma non esce veramente nulla. Solo l'istantanea di un momento ed il pensiero di un amico. Che vorrei rivedere.

Perché cos'é la vera vita se non condivivere con gli amici?

Correva l'anno 2020 e il mio treno veloce cercava di portarmi via, in una breve parentesi estiva tra un confinamento e l'altro.

Non sono stati forse questi anni di lockdown un periodo di non tempo? Un momento nelle nostre vite dove si aspettava che qualcosa succedesse...una parentesi che si attendeva finisse, rinunciando a vivere il presente e costantemente proiettando l'immaginario sul futuro? Non che non lo facessimo già prima noi esperti procrastinat...ehm sognatori.. ma ad un'intensità tout-à-fait differente.

Ora son passati due anni e cosi' come quel giorno di viaggio, indosso un bel vestito nuovo (piu' o meno) per non farmi trovare impreparato all' appuntamento con il destino. Oggi il mio abito mentale é piu' sgargiante e meno stretto: ho deciso e dichiarato al mondo di vivere ormai in un mondo post-corona. Che in pratica significa che la pandemia é tecnicamente finita, ma non gli effetti sull'imaginario collettivo e sull'organizzazione pubblica. Pero' la pandemia é finita, cazzo. Nel senso che non fa piu' tutta quella paura e che abbiamo imparato a conviverci, nonostante i nostri statisti cerchino di dimostrarci il contrario.

Troppi danni mentali sono già stati causati. Troppe solitudini e vite spezzate da quest'atmosfera lugubre. Il nostro tempo é ora, la vita non aspetta. Ho una voglia matta di farmi un viaggio, rigustare come allora accenti sempre piu' buffi sui treni regionali viavia che si procede verso centro-sud, arrovellandosi per capire le differenze tra umbro, altolaziale, abruzzese e marchigiano...

Noi dove ci eravamo lasciati? Mi ritornano in mente i tempi delle corse campestri con un gruppo di sfiatati fuoriforma, quando cospiravamo per non vincere sempre tutto noi e far premiare un tuo amico Ronzinante (penso che lui ci creda ancora, ignaro della farsa messa in piedi). Poi le sfilate sul lungomare di Porto ad ammirare la nuova collezione estiva Gucci-Armani-chicchesia sfoggiata dai locali. E la famosa uscita in tandem, partiti due baldi giovani e ritornatone uno, mesto, da solo, coi pedali di dietro che ruotavano cigolando nel vuoto... dopo il tuo abbandono per torcicollo e frasi di circostanza del tipo "acciacchi di stagione...Passeggeri, non é certo la vecchiaia... la mamma mi ha detto di non prendere freddo..."

Bene, ecco tutto, la mia lettera é finita. Ora ci siamo ricaricati le batterie (o per lo meno i coglioni, con sta menata), quindi si riprende in mano l'ispirazione e si riprende a creare. Avremo poi in seguito altri cinquant'anni per riposarci.

Ora c'é troppo da fare, da sapere, da essere...per affinare le proprie capacità di vivere pienamente. Ma noi continuiamo a riaprire infinità. Ne ho perso il conto. Quindi il mio invito in questo momento é quello di fissare alcuni nodi scorsoi qua e là seguendo l'istinto e poi giocare sul resto della scacchiera...

Caro amico, qual é la scelta cruciale che ci permette di semplificare la matassa e ripartire?