Identikit di un TravelArtist. Uno che si è fatto le gambe sui pendii di Cornelia a cavallo di una bici vintage rubata dall’officina artigiana di papà. Provincia di Fermo, Marche, regione rurale centroitaliana al di fuori delle tratte piu’ battute...Un ragazzone venuto su a pane, salame e pesce fresco, che al nostro primo incontro-intervista inizia subito a parlarmi di “bravery”, coraggio, visto come la libertà di sbagliare. Cio’ che blocca l’azione è la paura di commettere errori, mi confida, muovendosi in maniera fluida e dinoccolata ,fissandomi a brevi tratti da sotto gli occhiali con i vispi occhietti neri. Cio’ che conta è la partenza, “l’essere in acqua”, e poi tutto succede, l’energia fluisce. Mi dice come per prender la carica lui è solito visualizzare, fare delle piccole ricerche su bocconcini di esperienze del posto in cui andrà..spizzica guide di musei e li immagina così intensamente da esserci già stato..ancora prima di esser partito.
Poi, sempre sul tema della bravery- a seguito di una mia banale citazione di “memento audere semper” – scatta con un delizioso aneddoto su come un suo caro amico “osatore audace” avesse un giorno dichiarato di volersi tatuare quel motto sulla spalla, ma poi in realtà non l’avesse mai fatto. Immagine suggestiva quanto contraddittoria che mi lascia con un brivido tutto intellettuale lungo la schiena.
Ha personalità da vendere e un carisma bilanciato che ti penetra nella mente piano piano come un whisky ben invecchiato. La gestualità è fluida ma decisa, le espressioni a volte un po’ buffe, campagnole, che ad ogni istante ti riportano al suo stile, una sorta di trademark.
E’ cosi, un personaggione, un campione ...esattamente lo stesso, da quando dà una pacca complice ad un compagno di merende, a quando sferra un attacco kamikaze ad una straniera (in un anglo-marchigiano che valorizza la sua verve), a quando risponde al telefono alla mamma preoccupata per una sua partenza improvvisata.
Ma non c’è solo genio. Mi parla di metodo e costanza da coltivare giorno per giorno per far crescere e custodire l’Energia. Energia, concetto che è un suo leit-motif, quasi un’ossessione. Energia e consapevolezza vista come sforzo mentale, contrapposto alla passività, volta al raggiungimento di una felicità che nasce dal Togliere e dal confrontarsi con il Limite. Un Nirvana espresso in termini intelligibili dall’uomo di strada : ”quand’anche non si fa un cazzo , lo si fa con consapevolezza!”. Poi un’altra parola forte :”NO”. No visto come sapere escludere ed avere il coraggio di farlo. Il togliere è tout-à-fait un’arte...ed io che me lo immagino ad intagliare un mobile a mano erodendo un blocco di legno massiccio in una delle sue giornate in falegnameria.
Un filosofo della concretezza che non manca d’umorismo. Lui lo vede come parte integrante della consapevolezza superiore di chi si sforza di trovare connessioni che le pigre menti dei comuni mortali non vedono. L’umorismo come mezzo per sdrammatizzare e rendere gli sforzi piu’ piacevoli, per ribaltare le cattive esperienze in opportunità, una delle sue abilità piu’ spiccate. Quando lo sforzo è giocoso diventa creazione continua- mi conferma. Poi cita libri colti. Foster Wallace. Mi perdo un attimo nell’ intellettualità del momento. Alla domanda finale: “come si riconosce un TravelArtist”, risponde: “dagli occhi”. “Quegli occhi che una compagna di avventure vide in un uomo all’ inizio di un viaggio e che poi cercò a lungo nello sguardo delle persone che incontrava...viaggia, pensa e segue i propri sogni. Finchè un giorno si guarda nello specchio e ritrova quegli occhi”. E’ un gran finale. Le sue dita nere di grasso roteano nell’aria come a sostenere ulteriormente il concetto.Capolavoro.